Il 2020 è stato caratterizzato dalla pandemia di COVID-19, e parallelamente dall’assenza o dalla ridotta circolazione di alcune malattie infettive (ad esempio la “classica” influenza). Negli ultimi trent’anni il numero di casi di legionellosi in Italia è aumentato costantemente, sebbene sia una malattia ampiamente sottostimata
per varie ragioni, inclusa la sotto diagnosi. Anche la sotto notifica incide sulla stima dei casi, perché non sempre la malattia viene notificata alle autorità sanitarie.
Nel 2020 sono stati notificati all’ISS complessivamente 2.074 casi di legionellosi, con una riduzione del 35% rispetto all’anno precedente; lo stesso calo è stato registrato in diversi Paesi Europei.
È importante sottolineare che durante il periodo di lock-down, attivato per far fronte alla pandemia di COVID-19, la diminuzione dei casi è stata in parte determinata anche da una minore mobilità della popolazione e, di conseguenza, dalla notevole riduzione dei casi di legionellosi associata ai viaggi o ad altre attività ricreative
soprattutto nel periodo da marzo a maggio 2020.
Non si esclude però che, dati i numerosi sintomi che accomunano le due patologie, parecchi casi di co-infezione da SARS-CoV-2 e Legionella possano essere stati testati solo per COVID-19 e che la legionellosi sia stata sotto diagnosticata. Nel 2020 sono stati infatti riportati 25 casi di coinfezione da Legionella e SaRS-CoV-2, identificati proprio grazie all’effettuazione contemporanea dei due test.
I dati dunque riportati nel Bollettino Epidemiologico Nazionale non ci devono indurre in errore, e quindi pensare che Legionella sia meno presente nelle strutture; il batterio può causare serie patologie se inalato, e dunque è opportuno seguire le Linee guida emanate dal Ministero della Salute nel 2015, effettuando una valutazione del rischio e campionamenti per la ricerca di Legionella nelle acque.
Bibliografia e sitografia:
- I risultati del sistema di sorveglianza della legionellosi in Italia nel 2020 durante la pandemia di COVID-19. Maria Cristina Rota, Maria Grazia Caporali, Antonino Bella, Maria Scaturro, Stefania Giannitelli, Maria Luisa Ricci – Dipartimento di Malattie Infettive, Istituto Superiore di Sanità, Roma.